In mostra con me: Marc Chagall. Anche la mia Russia mi amerà

“Benvenuto o ben ritrovato a Palazzo Roverella. Io mi chiamo Sara e per oggi sarò la tua guida.

Purtroppo non ho il piacere di poterti accompagnare tra le sale del luogo dove lavoro, perché a causa della pandemia siamo ancora chiusi al pubblico, ma spero mi darai l’onore di prenderti per mano e di portarti con me. Lascia che  ti presti i miei occhi e mettiti comodo: viaggeremo insieme nel passato alla scoperta di uno degli artisti più interessanti dello scorso secolo.

Devi sapere che questa mostra è divisa in due grandi sezioni: la prima cammina nella vita di Chagall dagli esordi sino circa agli anni ’20; la seconda avanza saltando di anno in anno affrontando i grandi temi della poetica di questo pittore.

Sei pronto? Cominciamo.

Marc Chagall nasce a Vitebsk in Bielorussia nel 1887, primo di nove fratelli. Una famiglia umile la sua e fortemente religiosa: la madre è commessa, il padre vende aringhe, il nonno fa il macellaio e tutti sono di fede ebraica. Questo, come potrai ben immaginare, sarà inizialmente un ostacolo per il piccolo Marc che da giovanissimo si appassiona alla pittura, sente forte l’attrazione verso il disegno e il colore, ma che viene ostacolato da tutti meno che da sua madre (e fortuna che ci sono le mamme!).

Il suo percorso artistico comincia a San Pietroburgo, con pochi soldi in tasca, tanti sogni e occhi che brillano per ogni pennellata data sulla tela e prosegue poi, a seguito di una borsa di studio, a Parigi città dalla quale parte la prima sala di mostra.

Non ti racconterò tutte le opere, né entrerò nello specifico (o dovresti avere circa un’oretta di tempo per leggere la trascrizione fedele di una mia guida) ma voglio invece incuriosirti e darti qualche spunto di riflessione (magari ci sarà modo, appena riapriremo, di conoscerci tra una sala e l’altra).

Osserva quest’opera (la prima che incontrerai). Ti sembra forse Parigi?

Il filo rosso che lega tutte le sale di mostra è il legame indissolubile, forte e magnetico che nonostante la distanza, gli spostamenti e le guerre legherà per sempre Chagall alla sua terra. Ovunque si trovi le case russe, la sua Vitebsk, le favole e gli animali a lui tanto cari popoleranno i suoi quadri e le sue opere al limite tra il visionario e l’onirico.

Marc dopo quattro anni di soggiorno parigino torna a casa per l’imminente scoppio del primo conflitto mondiale, ma non solo. Ad attenderlo la donna che sarà moglie, madre e musa ispiratrice, colei che prenderà vita, forma e sembianza in ogni mazzo di fiori che Chagall dipingerà.

Il quadro, logo e copertina di mostra racconta di questo amore, racconta di Marc e Bella, e ti lascio il video in cui ne parlo.

Guida all’opera | La Passeggiata – YouTube

La vita dei due giovani sposi e della loro unica figlia Ida è tortuosa, complicata: una guerra mondiale, una rivoluzione da affrontare, il desiderio di tornare a Parigi e l’incubo delle persecuzioni ebraiche.

In tempi finalmente sereni riusciranno a lasciare la Russia, e coroneranno il loro sogno di vivere a Parigi.

In realtà la prima parte della mostra si interrompe proprio qui. La vicenda biografica della famiglia Chagall rimane sospesa senza nessuna indicazione e ci ritroviamo dopo un corridoio negli anni ’40 del 1900: un’altra guerra, un’altra fuga, un altro dolore (forse quello più straziante) incombono.

L’America come meta per la salvezza e l’America come luogo della disperazione. Nel 1944 a causa di un virus Bella morirà improvvisamente lasciando vuoto e incredulità intorno. Marc sprofonderà nella tristezza e tutto sembrerà perdere di valore per un anno intero fino a quando grazie alla figlia troverà la forza di riprendere in mano i pennelli. Ma i cieli sono diventati neri e i quadri che raccontano la felicità e la spensieratezza sono ormai ricordi lontani.

Osserva “La pendola dall’ ala blu”.  Tutto è immobile. Il tempo si è fermato; Bella non c’è più. E ce lo dice la pendola bloccata quasi in un fermo immagine; il ritratto dei due amanti immortalati in un tenero bacio; l’ala blu simbolo di un ricordo che vola via, di un tempo che non tornerà; i fiori che più di ogni altra cosa rappresentavano la sua sposa…e il cielo nero che tutto avvolge, tutto copre come una coperta sul cuore. Ci sono anche due riferimenti al momento storico: non ti dimenticare che il dramma causato dalla perdita della moglie si somma all’angoscia che la seconda guerra mondiale lascia dietro di sé. In alto un gallo simbolo dell’ebraismo e del sacrificio di questo popolo ripreso in basso a sinistra da una figura di vecchio, appena accennata, l’ ebreo errante metafora della condizione umana di ogni singola persona ebrea costretta alla fuga per la salvezza.

In queste ultime sale ti farei vedere molti altri quadri e parleremmo del gallo, della capra, dell’asino, delle figure fantastiche e molto altro, ma qui diventerebbe davvero troppo lungo ed per questo che  ti consiglio di guardare la pagina YouTube di Palazzo Roverella dove io e i miei colleghi abbiamo parlato in maniera approfondita di moltissime opere.

Ti voglio salutare portandoti nell’ultima sala e mostrandoti i quadri con il quale io solitamente concludo

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La sala delle icone russe.

Come vedi la curatrice Claudia Zevi ha continuato a mostrarci il forte attaccamento di Chagall alla cultura e alle tradizioni russe, per concludere con quanto di più prezioso l’arte di questa terra ha lasciato ai posteri. Il confronto è ricercato e sottile, nelle forme che ricorrono e nei significati.

Lo so che non ti sto dicendo nulla e che volevi ti spiegassi e svelassi il finale, ma io ci credo ancora un po’ di poter tornare al mio lavoro, per cui ti aspetto qui, per spiegartelo, per guidarti e per scoprire insieme a te se la Russia di Chagall lo ha davvero amato.

Io non posso che ringraziarti della tua compagnia, essere felice di aver raccontato (anche se in pillole e per sommi capi) ancora una volta questa splendida mostra e salutarti, sorriderti  sperando, in questa mostra o nella prossima, di poterti conoscere e magari accompagnare in una visita guidata”.

Grazie ancora.

Sara

Pubblicato in arte