Tra le stelle con Babbo Natale. Com’è nato?- Cap. I

Tu ce l’hai un ricordo di quando eri bambino? Uno di quelli che è chiaro e limpido nella tua mente? Di quelli che riesci ancora a sentire i profumi e le voci? Io sì.

Avrò avuto 7, forse 8 anni ed era una di quelle sere estive in cui si sentono solo i grilli e le rane. I nonni non abitavano nella mia stessa città, ma capitava spesso che si andasse a trovarli.

Una di quelle sere io e il nonno uscimmo a respirare un po’ di aria fresca e a fare una passeggiata; le signore più anziane si ritrovavano, quasi sempre, sedute davanti all’uscio dell’una o dell’altra casa, con i nipoti che correvano e giocavano lungo la strada.

Tra una lucciola e un’altra, non so perchè, ma rivolsi il mio sguardo verso l’alto. “Cos’è quello?” chiesi a voce bassa , “il Grande Carro!” rispose mio nonno.

Ora, dovete sapere che mio nonno faceva il marinaio, sì proprio il marinaio e che le stelle le conosceva tutte una per una, e che mi raccontava un sacco di storie di quando lui era in mare, alle quali non volevo credere perchè un po’ mi facevano paura. Aveva anche una barca di legno verde, con la quale andava a pescare, ma io non ci salivo mai perchè la faceva muovere vigorosamente (lui voleva giocare e io finivo con l’urlare e con l’implorarlo di mettermi giù!).

E’ stato proprio quella sera che il mio amore per le stelle ha avuto inizio. Poi a dire il vero si è un po’ perso perchè durante la scuola non ho più coltivato questa passione: posso dire a mio favore che comunque in quinta liceo in astronomia avevo 7!!!

Poi un giorno del 2009 mi chiesero: “Vorresti fare un corso di astronomia con il Gruppo Astrofili Polesani per spiegare ai bambini la volta celeste?”. E cosa gli dicevo di no? Eccerto! E così sera dopo sera, settimana dopo settimana, ho cominciato con Enzo e Alberto a studiare le stelle, e in una pungente notte di novembre , mentre tornavo da una delle solite lezioni, aprendo il cancelletto di casa ho alzato gli occhi e per la prima volta l’ho riconosciuto: era lì, grande e imponente con le sue tre stelle luminose sulla cintura. Credo per attimo tutto si sia fermato. Ho sorriso, e una lacrima è scesa: “Bentornato nonno!”.

 

Quel giorno mi sono ripromessa di fare con tanti bambini ciò che lui ha fatto con me: raccontare favole per farli innamorare del cielo, ed è così che nasce la prima motivazione che mi ha portato a scrivere la mia fiaba di Natale.

Gli altri , (motivi), ve li svelerò un po’ alla volta!

A te nonno

Un giorno ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle; e saranno così belle che tutti si innamoreranno della notte.

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